Prosegue la fase di assestamento sui mercati con la prosecuzione del deflusso di liquidità dall’obbligazionario verso l’azionario e nello specifico verso gli Stati Uniti.
Nella prima apparizione pubblica del governatore della FED dopo l’elezione di Trump, Janet Yellen ha ribadito l’intenzione di procedere con il rialzo dei tassi “relativamente presto” considerando soprattutto l’effetto inflazionistico di diverse misure annunciate dal nuovo presidente eletto.
In tale quadro macroeconomico aumenta la divergenza in termini di politica monetaria tra Stati Uniti e zona euro dove il presidente della BCE Mario Draghi ha sottolineato che l’istituto di Francoforte rimane ampiamente accomodante, inviando un segnale chiaro sulle prospettive di valutazione della moneta unica nei confronti delle principali controparti internazionali.
Sul fronte commodities rimane debole l’oro che soffre per il miglioramento delle prospettive dei tassi a livello globale, mentre il comparto energia è nuovamente interlocutorio in attesa della riunione dell’OPEC del prossimo 30 Novembre in cui, nonostante le rassicurazioni dell’Arabia Saudita, gli analisti nutrono ancora dubbi sul concretizzarsi di un accordo.
Il Brent torna a scambiare infatti a quota 46.20 $/barile in lieve arretramento rispetto al WTI che si attesta a 45.00 $/barile.
14:30 Canada Inflazione a/a cons. 1.5% prec. 1.3%
Prosegue la fase di affondo della moneta unica nel rapporto con un super dollaro che ha riportato il cambio in area 1.06 in apertura dei mercati europei. Continua a pesare sulla moneta unica la prospettiva di un rialzo dei tassi dei FED funds “relativamente presto”, mentre rimane sostanzialmente invariata l’atteggiamento accomodante della BCE.
GBP/USD
La sterlina rimane ancora saldamente ancorata all’intorno laterale tra 1.24 e 1.2450 attestandosi in prossimità del limite inferiore anche in apertura dei mercati europei a quota 1.2410. Continuano a pesare le prospettive di instabilità politica e di contrazione dell’economia in attesa di maggiore chiarezza sul fronte brexit che dovrebbero mantenere stabili le quotazioni del cable sui minimi di periodo.
USD/JPY
Prosegue la fase di rafforzamento del biglietto verde che sembra ormai implacabile nei confronti di tutte le principali valute e soprattutto nei confronti dello yen giapponese. Il rapporto USDJPY tocca infatti quota 100.70 per la prima volta da Maggio in un rally che non vede sosta anche grazie alla progressione dell’azionario nipponico con l’indice Nikkei della borsa di Tokyo che fa registrare un buon +0.59%, in tendenza con Hong Kong che chiude a +0.37%, mentre rimane indietro Shanghai a -0.49%.